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Coltivazione Outdoor Pro e Contro

Il vantaggio principale della coltivazione outdoor è scontato,

la tua pianta riceve luce e acqua gratis. Il rovescio della medaglia,

tuttavia, è che non potrai avere controllo sulla fonte di luce (il sole)

e sulla quantità di acqua piovana. Potrebbe piovere troppo un certo

periodo, mentre altri periodi il clima potrebbe essere eccessivamente

secco e caldo. Entrambe le situazioni sono dannose per la pianta.

 

Pro:

  • Non ci sono requisiti base per la
  • pianta.
  • Il tuo progetto di coltivazione non
  • occupa spazio interno. .
  • Molto spesso la struttura del
  • terreno nel giardino è adatta per
  • iniziare.
  • Puoi calibrare la dimensione del
  • tuo buco.

 

Contro:

  • Minor controllo sulla temperatura e sulle quantità di acqua e luce.
  • Le piante possono subire danni causati da condizioni climatiche estreme o da insetti.
  • Alcuni di questi problemi possono essere risolti coltivando invaso. Tuttavia, i vasi limitano la dimensione massima raggiungibile dalla tua pianta.

 

Quale influenza ha la natura?

Le piante hanno alcuni bisogni primari: luce, acqua, diossido di carbonio e giusti livelli di umidità e temperatura. Coltivando outdoor avrai tutto ciò in maniera gratuita.

Tutto fantastico, ma dov’è l’inghippo? Non avrai controllo sulle quantità di questi elementi. In particolare, la tua pianta sarà esposta a condizioni meteorologiche estreme.

 

Attenzione agli eccessi

Al clima non interessa del tuo piano di coltivazione. Infatti, non puoi

controllare il clima in cui cresce la tua pianta: un giorno piove mentre l’altro c’è il sole. Le tue piante adatteranno la crescita in base alla loro situazione. In linea di massima, gli eccessi non vanno mai bene. La luce solare è essenziale, ma calore e luminosità in eccesso per un periodo prolungato non permettono alla pianta di assorbire i nutrienti. La pianta dovrà diminuire la superficie fogliare (raggrinzimento) per ridurre l’evaporazione dell’umidità. Si tratta

di una reazione naturale della pianta per proteggersi in assenza di pioggia. Tuttavia, troppa pioggia nel terreno riduce la quantità di ossigeno. Questo potrebbe aumentare le possibilità per le radici di marcire, bloccando la crescita della pianta.

 

Cosa posso fare?

Inizialmente, dovrai assicurarti che i tuoi semi stiano bene all’esterno.

Questo è importante soprattutto se si desidera portare fuori le piante con un po’ di anticipo, intorno alla metà di maggio. Avrai bisogno di piante che possano resistere a basse temperature.

Una volta portate fuori le piante, dovrai assicurarti che assorbano acqua a sufficienza, evitando situazioni di disidratazione o iper-idratazione.

Le modalità d’irrigazione variano in base a specie e varietà; leggi sempre le descrizioni quando acquisti i semi.

Assicurati che il terreno abbia un buon drenaggio e utilizza prodotti per migliorare il terreno. Prendendo queste misure potrai controllare situazioni di iper-idratazione con maggiore facilità. La quantità di sole è più difficile da controllare, soprattutto quando le piante sono coltivate direttamente in terra e ovviamente non possono essere spostate. Al contrario, i vasi possono essere riposizionati lontano dal sole. Questo è un vantaggio da non sottovalutare, che ti permette di spostare le piante in un posto più sicuro in caso di peggioramenti climatici, piogge forti, tempeste di vento o grandine.

Puoi utilizzare un barile per l’acqua piovana per compensare i periodi di siccità. Conserva l’acqua piovana e non rimarrai mai a secco! Tuttavia, tieni presente che nei barili d’acqua possono facilmente annidarsi insetti e microbi.

 

Tutte le informazioni contenute sono a solo scopo informativo e didattico. Invitiamo tutti gli utenti a non utilizzare tali informazioni in modo pratico in relazione ai semi di cannabis. Ricordiamo infatti che:

In Italia la Coltivazione dei semi di cannabis è vietata (Art. 28 e 73 del DPR 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (Art. 17 DPR 309/90)

Pertanto i Semi di cannabis potranno essere utilizzati esclusivamente per fini collezionistici e per preservazione genetica e sono commercializzati con la riserva che essi non siano usati da terze parti in conflitto con la legge. I semi di cannabis sono esclusi dal D.P.R. 309/90, ciò significa che essi non sono da considerarsi sostanze stupefacenti (L. 412 del 1974, Art. 1, Comma 1, Lett. B; convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 e tabella 1 decreto Ministero della Salute 11 Aprile 2006).

 

 

 

 

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