Lo stato delle cose in Italia CBD ed infiorescenze come comportarsi? - doisgrowshop.it

Lo stato delle cose in Italia CBD ed infiorescenze come comportarsi? Piccola guida all' utilizzo consapevole.

 

Negli ultimi mesi in Italia stiamo assistendo ad un fenomeno paradossale relativo alla cannabis.

Per aiutare a capire in modo pratico come comportarsi abbiamo deciso di fare una breve guida ed in questa prima uscita cercheremo di chiarire lo stato delle cose. Gli articoli successivamente pubblicati serviranno da guida nel mondo delle Infiorescenze di cannabis e del #CBD in altre forme.

Parte prima: Come stanno le cose oggi?

Dal 2017 in Itlaia viene commercializzata cannabis a bassissimo contenuto di THC, chiamata  light, cannabis light, cannabis legale o in molti casi Easyjoint che è stato il primo marchio a commercializzarla.

Si parla spesso della legge 242 dicendo che è stata la svolta di questo mercato. Di fatto nonostante la citata legge abbia riformato alcune regole per la filiera della cannabis, si riferisce in sostanzialmente alla produzione della stessa non entrando in nessun modo nella logica della commecializzazione o dell' effetto "drogante" che invece costituiscono il nocciolo del problema che ci interessa. Infatti dopo una breve schermaglia nel settore tra chi sosteneva che il principio attivo (THC) dovesse essere al di sotto dello 0,2% e chi invece sosteneva che potesse arrivare allo 0,6% ( come logica conseguenza della legge 242) si è convenuto che il dato certo fosse lo 0,5% perché costituisce un dato certo ( riferito a sentenze, tossicologia forense e articoli di dottrina) per ciò che viene definita capacità drogante. Tale paramentro non è in alcun modo legato alla legge 242 e viene considerato come punto di riferimento per stabilire la liceità di un prodotto.

Il possesso o l' utilizzo in qualsiasi forma di prodotti a base di cannabis ( non alimentare) o infiorescenze della stessa che non contengano una percentuale di #THC al di sopra dello 0,5% non è un reato. Al netto delle ragioni politiche che determinano sequestri, campionature e vessazioni presso i rivenditori di questi prodotti, non esiste un fondamento per combattere qualcosa che "de facto" è l' antidroga. Inoltre questa presa di posizione per sfoggio di potere sta esclusivamente deviando risorse ed attenzione che dovrbbero essere dirette verso fenomeni ben più gravi e costituisce un costo per tutti i cittadini Italiani ed in particolare per quelli che hanno fatto impresa in questo settore e danno lavoro a migliaia di persone.

Il 30 Giugno del 2019 la cassazione a sezioni riunite ha discusso in merito a questo argomento con riferimento alla legge 242 e ad alcune sentenze della cassazione con esiti opposti. Dal documento prodotto a seguito di questa sentenza non è ancora possibile stabilire nulla di nuovo perché nelle poche righe prodotte si dice (come scritto prima) che la legge 242 non riguarda l' argomento, che il possesso o la cessione di cannabis costituisce reato ( come unanimamente accettato) tranne che non abbia capacità drogante, quindi sostanzialmente nulla è cambiato. Attendiamo le motivazioni della sentenza nella speranza che si entri nel merito in modo specifico stabilendo in modo chiaro come stiano le cose, fino ad allora i parametri rimangono quelli descritti.

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